Oscar Testoni
I secoli XI e XII sono percorsi da un esigenza di riforma monastica. Mentre in Italia giunge a termine la riforma propugnata da S. Romualdo e S. Damiano, anche in territorio francese si sperimentano tenativi di riforma monastica, tra cui quello riuscito e felice di Cîteaux.
Per vedere sorgere l'ordine cistercense bisogna partire da un monastero cluniacense, particolarmente vivace e ricco di tentativi per vivere in modo più fedele la regola di S. Benedetto, Molesme, grazie in particolare alla figura del suo abate, Roberto, che seppe riassumere monachesimo tradizionale e monachesimo riformatore, vita cenobitica ed eremitica, che seppe attrarre giovani intellettuali quali Stefano e Pietro (futuri fondatori di Citeaux) e Bruno (futuro fondatore della Certosa) e che seppe infine far partire iniziative volte a cercare modelli di vita monastica più integrali rispetto a quello cluniacense, come la fondazione della cella di Aulps (1094) e l'esperimento di Vivicus. Il secondo in particolare mostra la circolazione in Molesme di idee che si rifacevano ai modelli italiani di riforma monastica di S. Romualdo e S. Damiano.
Ma sarà nel 1098 che un gruppo di 21 monaci (tra cui Alberico, Stefano, Odone, Giovanni, Letaldo, Pietro) lascia Molesme insieme all'abate Roberto per realizzare in un posto nuovo, non frequentato da uomini, nell'oscurità della foresta, un progetto di vita monastica rinnovata. Questo posto si chiamava CÎTEAUX, e qui cominciano a costruire un'abbazia, con l'approvazione dell'arcivescovo della chiesa di Lione, Ugo, allora legato della sede apostolica, del santo vescovo di Chalon, Walter, e del principe Eudo, duca di Borgogna (EC). Dopo però non molto tempo, lo stesso Roberto, dietro richiesta dei monaci di Molesme e per comando del papa Urbano II, venne ricondotto a Molesme e fu Alberico a prendere il suo posto (EC).
Ma l'evento che segnò il futuro di Cîteaux avviene nel 1113 con l'ingresso in quel monastero di Bernardo con 29 suoi compagni. Da questo evento segue un'esplosione che porta Cîteaux ad espandersi velocemente.
Tra il 1113 e il 1115 viene scritto un testo narrativo sulle origini dell'abbazia cistercense detto Piccolo esordio (EP). L'intento è quello di dimostrare l'assoluta canonicità della fondazione, la legittimità dell'azione riformatrice dei cistercensi, il pieno diritto di esistere in quanto libera abbazia riformata(*2). Ma si nota anche lo scopo di fissare il "patrimonio" comune di fronte al pericolo di una dispersione, che può avvenire nel tempo (dimensione verticale - temporale), ovvero di giungere a una profonda comunione nell'amore, proprio grazie a una conoscenza autentica dell'ispirazione che ha dato origine alla loro forma di vita (*3).
Il 23 dicembre del 1119 papa Callisto II approva ufficialmente alcuni capitoli relativi all'osservanza della Regola di S. Benedetto e ad altre costituzioni che regolano i rapporti tra le diverse abbazie, configurando un vero e proprio nuovo Ordine.
Tra il 1113 e il 1119 viene scritta la Carta di carità (CC) con la quale i cistercensi reclamano la legittimità anche per le prime abbazie figlie di Cîteaux: la conservazione dell'amore è ora sottoposta al pericolo di una dispersione in una dimensione orizzontale - spaziale.
Nel 1119 si ha l'approvazione di La Ferté.
Probabilmente tra il 1123 e il 1124 viene fatta una redazione dei documenti ufficiali nell'ambiente di Chiaravalle: ottenuto il riconoscimento, l'attenzione si sposta dal dato giuridico alla ricerca di un proprium della vita cistercense, che viene individuato nella povertà radicale (nessun'altra fonte di reddito se non il lavoro).
Nel corso del XII secolo l'ordine cistercense si espanderà rapidamente e la fama e il carisma di Bernardo, abate di Chiaravalle, caratterizzerà l'intero secolo.
Oscar Testoni
(*1) Alessandro Azzimonti in I Padri cistercensi, Una medesima carità. Gli inizi cistercensi. 1996, Bose, Edizioni Qiqajon; p. 14. - (*2) A. Azzimonti, op. cit., p.15. - (*3) Cfr. A. Azzimonti, op. cit., p.16. - (*4) A. Azzimonti, op. cit., p.19.