Parco Regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa
La palestra di roccia, ex-cava di gesso

Spesso un parco naturale prende il nome da una cima o da un catena montuosa o da una costiera a dirupo sul mare o da qualcosa che si mostra subito all'occhio del visitatore. Non così per questo parco, la cui caratteristica non svetta, non dà subito mostra di sé, ma anzi si nasconde in qualche buco, si inabissa in una dolina (grande depressione nel terreno a forma di imbuto) o scampare addirittura sotto terra. Insomma se non se ne conoscono i segreti è possibile transitare sbadatamente per questo parco, senza avvedersi dei suoi segreti, senza accorgersi neppure che si tratti di un parco. La sua caratteristica più rilevante è infatti quello di contenere affioramenti gessosi che costituiscono un complesso carsico tra i più importanti d'Europa. Ecco allora che non bisogna guardare in alto, bensì in basso e, seguendo le indicazioni poste sui sentieri, occorre cercare la buca delle candele, formazioni gessose erose dall'acqua fino a formare queste strane sculture degne di un artista contemporaneo o, prenotando una visita nella sede del parco, bisogna scendere dentro la dolina della Spipola e iniziare con l'opportuno abbigliamento la visita nella pancia della collina, dentro all'omonima grotta. La dolina della Spipola Di grotte, formatesi dall'azione dell'acqua che scivola in profondità a causa di inghiottitoi, se ne calcolano oltre 150: le più note sono quella della Spipola (visitabile) e quella del Farneto.
Tutto nelle prime colline bolognesi (comuni di San Lazzaro di Savema, Ozzano dell'Emilia, Bologna, Pianoro), un balcone sulla pianura che non supera mai i 400 m di altitudine e raramente i 300 m. Eppure anche in questo parco appena fuori porta e fortemente umanizzato (ville di cittadini che vogliono starsene un po' fuori senza rinuciare alla vicinanza con la città, case coloniche e campi coltivati) non mancano una flora e una fauna ricche e variegate. La prima infatti gode dell'alternanza di ambienti: terreni in pieno sole, arido gesso che riverbera cristallino i suoi raggi, calanchi argillosi dal substrato povero, duro e salato, ma anche depressioni tra i calanchi, doline tra i gessi, buchi e imbocchi di caverne, freddi e umidi, dove si formano particolari microclimi. La Grotta della Spipola Pure la fauna è sorprendente per un parco che include quartieri abitati e si affaccia sulla periferia di Bologna: non solo si possono, infatti, trovare cinghiali, caprioli, volpi, daini e poiane, ma nel 2006 è stata ripetutamente avvistata, fotografata e filmata anche una coppia di lupi. E questo parco di prima collina fa certamente da volano anche per la pianura se nei giardini condominiali dei quartieri residenziali di Bologna Sud-Est, dove prima si trovavano lucertole o al massimo qualche riccio, ora zampettano e saltellano sugli abeti scoiattoli scuri dalla lunga coda e nei cieli aumentano di giorno in giorno i rapaci, dove prima passerotti e piccioni facevano da padroni.
Il settore orientale del parco è invece dominato dai selvaggi calanchi dell'Abbadessa di Argille Scagliose.
Ovviamente il parco conserva traccia anche del suo passato: nella grotta del Farneto sono infatti stati trovati reperti dell'età del Bronzo, oggi conservati al Museo Civico Archeologico di Bologna, mentre la zona dell'Abbadessa conserva testimonianze storiche del periodo medioevale e rinascimentale.

Oscar Testoni
28 giugno 2007
    LUOGHI:
  • Grotta della Spipola: una delle tante grotte presenti nel parco e nell'area, frutto del carsismo nel gesso, formato dal Rio Acquafredda. Scoperta ed esplorata il 22 novembre 1932 da Luigi Fantini e da altri componenti del Gruppo Spelelogico Bolognese attraverso quell'accesso naturale che si apriva sul fondo dell'inghiottitoio, oggi chiamato il Buco del calzolaio ed impraticabile a causa del crollo di grossi massi gessosi. Nel 1936 vene aperto un accesso artificiale sul fondo della dolina. Il portale ne impedisce l'accesso senza autorizzazione, ma un paio di feritoie poste ai lati consentono ai pipistrelli di entrare ed uscire. La grotta ha una lunghezza di circa 4 km e una profondità di 50 m e appartiene al sistema sotterraneo "Acquafedda-Spipola" che si sviluppa per quasi 10 km. Al suo interno si possono incontrare tutti i principali fenomeni del carsismo nel gesso: canali di volta, mammelloni, colate alabastrine, etc. E' possibile prenotare una visita al centro visita Casa Fantini: il percorso visitabile si sviluppa su circa 700 metri. Si veda foto nella pagina.
  • Dolina della Spipola: le doline sono delle grandi depressioni a forma di imbuto, causate dall'azione dell'acqua sulgesso. Quella della Spipola è la dolina sul fondo della quale è posta l'entrata della Grotta della Spipola. Si veda foto nella pagina.
  • Candele e Buco delle Candele: nel buco delle candele vi è un affioramento gessoso su cui l'acqua si è divertita a modellare delle sculture natuarali a forma di candele. Si veda foto nella pagina.
  • Palestrina: è uno dei fronti di cava più antichi della collina bolognese, utilizzata già in epoca medioevale. Non servendo più allo scopo è stata utilizzata dagli alpinisti bolognesi come palestra naturale di roccia a poche centinaia di metri dalla città.
  • Cava a filo: unica cava nell'area del parco dove venne utilizzato ilfilo elicoidale perl'esgtrazione del gesso. Negli anni '60 vi sono stati fatti ritrovamenti paleontologici dell'epoca wurmiana, tra cui le ossa del bisonte conservato almuseo Luigi Donini di San lazzaro di Savena.
  • Grotta del Farneto: scoperta nella seconda metà del secolo scorso, appassionati ricercatori, Luigi Fantini, Francesco Orsoni e Giovanni Capellini vi hanno trovato reperti che attestanto la presenza umana nell'epoca del bronzo e che sono oggi conservati nel Museo Civico dell'Archiginnasio a Bologna. Una frana ne ha minato la stabilità ed è attualmente inaccessibile, ma si sta studiando il modo per ripristinarne l'accesso.
  • Siberia: zona in cui esce dal complesso carsico della Spipola il Rio Acquafredda.
  • Buca della Gaibola, Buca dell'Inferno, Buca di Ronzana: le prime due sono doline (depressioni a forma di imbuto) con numerosi inghiottitoi accessori, formate dall'azione dell'acqua sul gesso. In queste buche si verifica l'inversione termica, ovvero se sui margini superiori e sui versanti esposti al sole si trova una vegetazione mediterranea che si adatta al clima caldo e a scarsitàdi acqua, viceversa sul fondo delle doline che per la loro conformazione ad imbuto permettono all'aria fredda di ristaganre per prolungati periodi di tempo, formando microclimi umidi e freschi dove vi è una vegaetazione tipica di quote ben più elevate, solitamente superiori agli 800 metri. La Buca di Ronzana e una valle cieca, sbarrata da un costone di gesso chela separa dalla Dolina della Gaibola: la sua esposizione a sud favorisce la proliferazione di specie mediterranee.
Altopiano di Miserazzano
Il buco delle candele

Superficie:
4844 ettari = 3117 h di parco + 1727 h di pre-parco

Comuni:
San Lazzaro di Savena, Ozzano dell'Emilia e piccole porzioni in Bologna e Pianoro

Altitudine:
da 64 m a 375 m sul livello del mare

Anno di istituzione:
1988

Ente di gestione:
consorzio tra i comuni di San Lazzaro di Savena, Ozzano dell'Emilia, Bologna, Pianoro, la Comunità Montana Cinque Valli Bolognesi e la Provincia di Bologna.

Sede:
consorzio parco "Casa Fantini", via Jussi, 171, Farneto - San Lazzaro di Savena (BO)- Tel. 051 6254811 - Fax 051 6254521

Centri visita:
Casa Fantini (per l'indirizzo si veda sopra), Villa Torre (a Settefonti di Ozzano Emilia), Museo della preistoria Luigi Donini.

E-mail:
parco@parcogessibolognesi.it

Indirizzo web:
www.parcogessibolognesi.it







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