Sulle spalle di papà
Dal Passo Staulanza
al Rifugio Città di Fiume
Il puntino rosso indica la collocazione del Rifugio Città di Fiume, come appare da sotto la Croda Toronda (pendici nord-occidentali del Pelmo)
Come appare il Gruppo del Sella appena aggirata la Croda Toronda
Il Pelmo dal Rifugio Città di Fiume
Il Rifugio Città di Fiume
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La montagna con i bimbi in spalle ...

* Addendum:
Nuova gestione del rifugio dal 2006!
Nostra figlia davanti a una finestra sul Pelmo Il percorso che dal Passo Staulanza (1766 m) conduce al Rifugio Città di Fiume (1918 m) è un itinerario piacevole che inizia nel bosco e poi continua allo scoperto (sotto il sole se è una bella giornata) su ghiaione e pietraie e si conclude nuovamente su terrreno erboso con un po' di bosco. Il percorso non permette certo panorami mozzafiato, ma è suggestivo in quanto si articola alle pendici del Pelmetto e del Pelmo in direzione Nord-Est, lambendo il grande ghiaione che scende dalla Val d'Arcia, e anche panoramico: superato l'ostacolo visivo costituito dal Monte Crot, si apre infatti la visuale su tutta la Val Fiorentina e oltre fino al Gruppo del Sella. Appena superato il bosco la meta è subito visibile come un lontano puntino bianco (che nella foto a sinsitra è stato evidenziato con un puntino rosso) sul manto erboso La Val Fiorentina e il Gruppo del Sella dal ghiaione occidentale alle pendici del verde Col de La Puìna e dietro si individuano chiaramente le dolomitiche cime di Ra Rocheta, Beco De Mezodì e il gruppo Croda da Lago. Nella seconda metà del percorso si incomincia a prendere le distanze dal Pelmo fino a vederlo dalla privilegiata pozione settentrionale del Rifugio Città di Fiume. E' il 28 agosto 2004, la giornata è bella, il cielo è azzurro, solo qualche nuvola incappuccia le cime del Pelmo e del Civetta, per quasi tutta la giornata. Iniziamo in salita (sentiero 472) nel bosco e presto deviamo a sinistra (a destra il medesimo sentiero conduce al Rif. Vicenza A. De Luca, percorso a noi già noto) e ancora dopo breve facciamo attenzione per non sbagliare: riusciamo comunque a prendere il sentiro più basso perché quello più alto monta sulle Sale de Croda Toronda, s'infila nella Val D'Arcia e giunge all'omonima forcella a 2476 m. La bimba gioca nel giardino antistante il Rifugio Usciamo dal bosco e quasi subito individuiamo la meta tra i rami di pini mughi e di altra bassa vegetazione, che non ci impedisce di ammirare il panorama settentrionale. Incominciamo a perde quota scendendo sempre più nella valletta alle pendici del grande ghiaione e sempre più ci si apre davanti l'ampio obliquo scorcio nord-orientale su tutta la Val Fiorentina e sul gruppo del Sella. Poi rincominciamo a risalire su terra e il rifugio ci appare bello grande tra gli alberi. Davanti al rifugio c'è una bella grande terrazza erbosa, tutta sotto il sole, da cui si può godere in primo piano il Pelmo al suo completo. Altra gente vi è giunta attraverso la più diretta strada bianca che sale da un parcheggio situato più in basso rispetto al Passo e che transita per la Malga Fiorentina, ma non c'è affollamento e si conserva un piacevole clima di montagna. I prezzi del rifugio (CAI) non sono a dire il vero tra i più economici e anche i gestori non sono proprio gentilissimi. Peccato!* Comunque, rifocillati la figlia e noi, pagato il dovuto, continuiamo la giornata per il resto piacevole nell'antistante soleggiato prato sotto il grande Pelmo che raramente si lascia scrutare da sotto il bianco aereo cappello di vapor acqueo. La piccola gioca contenta e si lascia immortalare con la sua bandana azzurra. Noi facciamo qualche chiacchiera con un'escursionista trevisana del CAI anche lei un po' delusa nei confronti della gestione del rifugio. Un boato seguito dal rumore di ghiaia che scende ci lascia presagire che qualcosa è accaduto in val d'Arcia, ma non riusciamo a vedere nulla. Il sentiero più basso, parte dell'alta via n.1 che dal rifugio ci riporterà al passo (lo stesso dell'andata) non è stato toccato: quindi tutto a posto per il ritorno. Speriamo bene per quelle persone che in mattinata abbiamo visto salire sul ghiaione della Val D'Arcia, ma col passare del tempo, non giungendo alcun rumore d'elicottero a confermare le paure, ci rassicuriamo. Il ritorno per lo stesso sentiero. Complessivamente una bella giornata: serena, un percorso piacevole su terreno vario suggestivo e panoramico quanto basta, dislivello molto contenuto, per dare una mano alle spalle e alle gambe di papà con figlia a carico, bella la postazione di arrivo.

Oscar Testoni
21 settembre 2005

Da qualche giorno mi è giunta via e-mail la notizia dai diretti interessati che dal 2006 cambierà la gestione del rifugio: un motivo in più per ritornarvi, magari facendo fare a nostra figlia un po' di sentiero a piedi.
Oscar Testoni
22 gennaio 2006

Si ricorda che questa NON è una propsta di itinerari adatti alle spalle di papà, perché è stato usato come unico e discutibilissimo criterio quello delle mie gambe e del mio fiato e delle mie spalle e della mia esperienza di montagna e ancora della storia di quei giorni e di quei luoghi. Inoltre la presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica od alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e/o una segnalazione di una bellezza naturale e/o culturale. La presente pagina dunque non sostituisce ma presuppone la consultazione delle guide in commercio oltre che della relativa cartografia. In nessun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti. L'uso delle informazioni della presente pagina sarà sempre a proprio rischio e pericolo.


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