Aderisco 2008
Rifiuti: Napoli, metafora dell'Occidente?

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In questo inverno incombono anche su chi, come me, fa un uso parco e quasi nullo della televisione, le immagini devastanti delle strade di Napoli coperte di spazzatura: un problema serio che coinvolge malavita e malapolitica, ma che al di là delle analisi specifiche a questo problema locale, pare però sempre più una tragica metafora dell'Occidente sviluppato, industrializzato e consumista, che interroga anche me, nato e cresciutro in una città in cui il pattume è sempre stato portato via regolarmente tutti i giorni da quando ho memoria.
Sono sempre più convinto che quando un giorno gli archeologi studieranno il nostro tempo lo chiameranno l'età dei rifiuti.

Aderisco anche quest'anno all'iniziativa di Caterpillar M'illumino di meno, sempre più convinto che il nostro modello di sviluppo non è più sostenibile sia per i danni ambientali, sia per il depauperamento delle risorse e la loro conseguente diseguale distribuzione, sia per le guerre che l'accaparramento di quelle restanti obbligherà a fare, sia infine perché, tanto più esco dal mondo condizionante della pubblicità e della televisione, tanto più mi accorgo che serenità, felicità e umanità non sono affatto il frutto di questo sfrenato consumo.

Ma per me aderirivi non è spegnere le luci un giorno, ma allenarmi in stili di vita che permangono il resto dell'anno. Per questo ogni volta è per me sempre più difficile parteciparvi. Gli impegni infatti presi nel M'illumino di meno 2007, sono stati preservati per tutto l'anno: le lampadine sono già state tutte sostituite con quelle a basso consumo, non ne ho più da sostituire, nel condominio la separazione dell'impianto elettrico del buio androne da quello dei restanti otto piani di scale è già avvenuto, non c'è più altro da fare, continuo a staccare tutti gli stand-by prima di coricarmi, ad andare a prendere mia figlia da scuola a piedi, ad usare i mezzi pubblici per andare al lavoro, anche se lavoro fuori città e lontano da casa, a guardare poco la televisione, previlegiando il tempo relazionale in famiglia o con gli amici, la lettura di un libro o l'ascolto della radio, che consuma di meno e invade di meno. Che senso ha riproporre questi propositi, quando sono già parte della mia quotidianità?
Allora?
Napoli mi grida l'urgenza del nuovo impegno per il M'illumino di meno 2008 e poi per il seguito. Ho sempre fatto con estrema cura la raccolta differenziata da quando esiste nella mia città, ma ora è arrivato il momento di dare una svolta importante per ridurre i rifiuti alla sorgente:

  • smettendo di bere l'acqua in bottiglia e utilizzando una bella brocca in terracotta da riempire con il rubinetto,
  • preferendo, in caso acquisti bibite, quelle in vetro, materiale perfettamente reciclabile al 100%,
  • privilegiando l'acquisto di frutta e verdura senza la vaschetta di plastica,
  • smettendo di usare saponi liquidi che richiedono contenitori in pet, per preferire le semplici saponette solide confezionate in un normale involucro di carta,
  • cercando negozi che vendano detersivi alla spina, così da non dover più buttare via neanche quei contenitori di plastica,
  • preferendo al supermercato prodotti in cui dentro la confezione non vi siano ulteriori confezionamenti monodose,
  • chiedendomi più frequentemente all'acquisto di qualcosa se veramente mi serve,
  • prendendo in prestito le riviste nella biblioteca di quartiere, invece di acquistarle e poi buttarle,
  • chiedendomi quando sto buttando via qualcosa, se a qualcuno può servire, se si può riutilizzare per altri scopi e, qualora sia rotto, se riesco ad aggiustarlo.
Vivo in una città in cui c'è un inceneritore e il mio quartiere non ne è distante. Ogni volta che butto via qualcosa che non può essere differenziato penso sempre che quell'oggetto io lo respirerò.
Spero che il mio comune passi dalla raccolta differenziata coi cassonetti a quella più efficace porta a porta e mi adopererò per diffondere questa cultura e per sostenre questa iniziativa qualora venisse proposta.
Oscar Testoni, 15 gennaio 2008

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