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In autunno la montagna è certamente più fredda, talvolta si incontra anche neve e in ombra persino ghiaccio, le giornate sono più corte e si ha meno tempo per raggiungere le mete desdiderate, le cascate sono più scariche d'acqua e i laghi più bassi, perché non ancora riforniti delle piogge invernali e dello scioglimento primaverile delle nevi e soprattutto non si hanno punti di appoggio, perché i rifugi sono tutti chiusi: occorre tenerlo ben presente quando si programma un'escursione in questa stagione.
Ma ... se vi capita, come mi è capitato diverse volte, di trovare bel tempo ... che cieli turchini! che esplosione di colori! che contrasti tra le molteplici tonalità! c'è il giallo e il rosso con in mezzo un'infinita variertà di arancio dei colori caldi delle latifoglie e degli aghi dei larici; c'è il verde da quello chiaro dell'erba a quello scuro degli abeti e dei pini; c'è infine il colore freddo ma sereno dell'azzurro a chiudere in alto tutti i panorami. Se vi capita poi di guardare un lago dentro cui specchiano tutti questi colori vi sembra di trovarvi davanti alla tavolozza di un pittore a cui siano esplosi tutti i tubetti delle tempere. E al mattino e al pomeriggio fortissimo è il contrasto tra la luce cristallina e il buio delle zone in ombra, tanto che è quasi impossibile catturare con l'arte fotografica tutti questi contrasti. O si trasforma in nero le zone non illuminate o si sbianca il blu del cielo: solo un pittore, non un fotografo può rappresentare tutte le varietà dei colori e dei contrasti di luce. Quando poi ci si trova nell'ultima parte dell'autunno, quello che dall'Immacolata Concezione va al solstizio, allora i laghi già parzialmente e ancora fragilmente ghiacciati, la neve già caduta e conservata nelle valli più buie, il freddo già pungente, fanno assumere al paesaggio già tutti i connotati dell'inverno, che sta arrivando. Oscar Testoni
01 settembre 2006 |
Dal Monte Penegal la Conca di Bolzano e parte delle Dolomiti: panorami liberi e un larice con i suoi colori caldi in primo piano.
Dal Monte Penegal una porzione di bosco: grande è la varietà di colori: il verde scuro dei pini e degli abeti sempre verdi, il verde chiaro dei prati illuminati, il giallo, l'arancione e il rosso dei latifoglie e dei larici.
Alberi caducifoglie in contrasto cromatico col verde del prato e dei sempreverdi.
Il cielo blu, il fiammeggiante tramonto sulla roccia dolomitica e il colore oro acceso dei larici. Si è comunemente portati a pensare agli aghifogli come a dei sempreverdi, ma così non è per tutti: il larice è un aghifoglie che perde gli aghi.
In autunno sono particolarmente suggestivi i laghi, ove i colori si specchiano e si moltiplicano. Questo è il Lago di Santa Maria o di Tret in Val di Non. Il livello dell'acqua è un po' basso.
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I rifugi sono chiusi e gli impianti di risalita fermi: tutto ciò ridimensiona i progetti per mancanza di punti di appoggio per il ristoro o il semplice riparo, ma d'altra parte rende interessanti percorsi e mete che in alta stagione gli impianti di risalita aperti renderebbero inutili o troppo facili o troppo frequentati.
Gli uomini della montagna si preparano per la stagione invernale, come dimostra questo cannone già posizionato, pronto a sparare neve. Si nota anche un pilone di un impianto di risalita, ora fermo, ma che funzionerà aperta la stagione degli sci.
Suggestiva questa foto autunnale delle Tre Cime di Lavaredo che si specchiano nel Lago di Misurina insieme ai verdi abeti e a qualche giallo larice.
Un pino sempreverde in primo piano a sinistra e sotto una distesa di larici.
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Nell'ultima parte dell'autunno i laghi già parzialmente e ancora fragilmente ghiacciati, la neve già caduta e conservata nelle valli più buie, il freddo già pungente, fanno assumere al paesaggio già tutti i connotati dell'inverno, che sta arrivando.
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