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Nell'alto Appennino bolognese, dentro i confini del Parco regionale del Corno alle Scale, troviamo immerso in un grande bosco di faggi, aceri e conifere il Santuario arcivescovile di Madonna dell'Acero, bello nella sua semplicità e suggestivo nella cornice fornita dalla natura. Il prato che si estende davanti al santuario forma un grande balcone a precipizio sulla valle scavata dal torrente Dardagna, che poco sopra dà spettacolo di sé con le sue cascate. Raggiungibile in automobile da Vidiciatico, il santuario si trova dunque alle pendici della Nuda, del Corno alle Scale e del crinale tosco-emiliano, poco più a valle del Rif. Cavone. |
La tradizione racconta che nella parrocchia di Rocca Corneta, in tempi non definiti (forse all'inizio del 1300 o all'inizio del 1500), la Madonna è apparsa tra le fronde di un acero a due giovani pastori di cui uno sordomuto. L'apparizione fu accompagnata da un miracolo: il ragazzo sordomuto riprese a parlare. Intorno all'Acero, come aveva richiesto la Madonna, sorse una piccola cappella che poi divenne l'odierno Santuario realizzato con stile molto semplice come un insieme di piccole case poste una accanto all'altra nel corso del XVI° e del XVII° sec. Se non definito è l'anno e nemmeno il secolo dell'apparizione, la tradizione ci consegna però un giorno in cui ancora si ricorda l'evento: il 5 agosto. |
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Sul prato antistante il santuario si trova un acero monumentale (protetto), che non è però l'acero originario dell'apparizione, oggi custodito in forma mozzata nell'altare maggiore dell'edificio sacro. Dentro vi sono inoltre custodite tre statue in legno, dette "Brunori", ex-voto risalenti al XVI secolo. Il Santuario, particolarmente gradito per il silenzio e la solitudine contemplativa in cui è immerso, è ancora molto frequentato e meta di pellegrinaggi. Oscar Testoni |